Cambiare la scuola si può

Chi ascolta dimentica, chi vede ricorda,chi fa impara

Gianfranco Zavalloni Saluta così!

 


Insegnanti, allievi della Scuola di Barbiana, dirigenti scolastici, operatori comunali, genitori…lanciano un appello per un cambiamento dal basso della scuola.
Diciamolo!
Uno dei nodi fondamentali da sciogliere della scuola italiana è la situazione che vivono i ragazzi che la frequentano dagli 11 ai 14 anni. E’ la stagione della loro maturazione. Germina il loro corpo. Si avverte la fame di relazioni interpersonali profonde e autentiche. L’amicizia diventa la questione capitale. Si scopre la sessualità. Si vivono i primi conflitti forti con i genitori.

Il gruppo dei pari diventa il vero punto di riferimento. In tale contesto, l’attuale scuola media italiana (o secondaria di 1° grado), anello logoro e tagliente, mostra tutta la sua inadeguatezza. I contenuti restano prioritari, diventando perfino la ragion d’essere di ogni “prova di verifica”. Prima di conoscere i ragazzi, si prevedono batterie di “prove di ingresso”. Gli insegnanti spesso - loro malgrado - finiscono per ridurre la loro funzione a quella di informatori. È così che la logica dei contenuti si trasforma, facilmente, nella somministrazione di nozioni e di test di valutazione, specialmente ai ragazzi segnalati dalle certificazioni.  
Quale logica? Mentre i ragazzi continuano a nuotare nel mare del non-senso, la centralità dei programmi fa capolino ad ogni proposta riformatrice. La scuola media appare fondata sulla frattura fra lezioni e vita reale. I ragazzi non comprendono quale sia l’incidenza – e, dunque, l’importanza - della formazione scolastica per il loro futuro! 
La centralità del ragazzo necessita di percorsi rallentati e, soprattutto, di uno spazio ben più ampio da conferire all’ambito affettivo-relazionale. Non è un caso che il cosiddetto ‘bullismo’ cresca a vista d’occhio e faccia seguaci principalmente nella fascia d’età della prima adolescenza e vada a colpire i più deboli.   
Non abbiamo dedicato un punto esclusivo per gli alunni disabili, i giovani stranieri,  i portatori di culture e religioni diverse, perché, dal punto di vista dell’inclusività, auspichiamo che tali alunni siano considerati una risorsa e parte attiva del processo educativo, il quale non può essere delegato alla sola insegnante di sostegno.

1. LA SCUOLA È IL LUOGO PER IMPARARE AD APPRENDERE, A PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A ESSERE RESPONSABILI.
Educare ad essere cittadini sovrani e non sudditi.

2. A SCUOLA, COME NELLA VITA, NON POSSIAMO DISGIUNGERE L’APPRENDERE DAL FARE. SI IMPARA CON IL CERVELLO, CON LE MANI, CON TUTTI I SENSI E CON IL CUORE.
In ogni scuola sono fondamentali i laboratori della manualità da svolgere anche all’aperto.
Il laboratorio non è il luogo “extracurricolare” dove “si fa e si apprende altro dai saperi e dai
programmi”.

3. LA SCUOLA È IL LUOGO IN CUI SI APPRENDE INSIEME, NON “DA SOLI”.
È importante “perdere tempo” perché una classe indistinta diventi un “gruppo-comunità”. Ci vogliono mesi per formare il gruppo, discutendo e raccordandosi sulle finalità, sulla necessità di
regole condivise, sulle metodologie e le tecniche da utilizzare insieme.

4. PER CREARE BUONE RELAZIONI È FONDAMENTALE ESSERE UN PICCOLO GRUPPO. POCHE FIGURE DI DOCENTI DI RIFERIMENTO PER CLASSE, AIUTEREBBERO L’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA.
Le metodologie innovative possono essere praticate solo con un numero ridotto di ragazzi, dai 15 ai 20 per classe, e di insegnanti di riferimento. Se per diminuire il numero fosse necessario formare gruppi variegati di ragazzi o le cosiddette pluriclassi, lo si faccia perché è, oltretutto, una grande opportunità per sviluppare la cooperazione e il mutuo sostegno.

5. GLI INSEGNANTI NON SONO DEI TUTTOLOGI, MA DEVONO SAPERE “DOVE STA DI CASA LA CULTURA”.
I libri di testo non sono gli unici sussidi didattici, possono essere sostituiti dagli incontri diretti con la vita e le persone e poi da una buona biblioteca di classe, vocabolari, atlanti, giornale, stazione multimediale, accesso a internet, collegamento satellitare, supporti di memorie esterne, videoproiettore digitale e analogico, che complessivamente riducono di una buona percentuale le
spese a carico delle famiglie.

6. I SAPERI NON SONO UN BAGAGLIO DA TRAVASARE, MA VANNO COSTRUITI INSIEME. LA CONOSCENZA NON VA DEPOSITATA O ETICHETTATA, MA VA RIELABORATA CRITICAMENTE PER DIVENTARE STRUMENTO DI FORMAZIONE E NON SOLO DI INFORMAZIONE.
I saperi minimi di base, quelli essenziali e utili alla vita, non possono essere spezzettati e inseriti in programmi rigidi definiti nei minimi dettagli. È importante lavorare sui nuclei fondamentali e sull’apprendere per schemi logici. La formazione è questione di coscientizzazione, di maturazione attraverso la riflessione critica e di elaborazione di mappe concettuali, dove le discipline si contaminano reciprocamente.

7. L’EDUCAZIONE, COME L’APPRENDIMENTO, È UN PROCESSO DINAMICO CHE PARTENDO DAL MOTIVO OCCASIONALE, OSSIA DALLA REALTÀ, CONDUCE ALLA CONOSCENZA.
Tale percorso, “l'arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio”, come definito da don Lorenzo Milani, va compiuto tenendo conto dei saperi, delle abilità e delle competenze indispensabili all’allievo della scuola di base per comprendere, ad esempio, l’articolo di fondo del giornale, come avrebbe “verificato” la Scuola di Barbiana.

8. LE ORE CHE SI TRASCORRONO A SCUOLA DEVONO AVERE CARATTERE UNITARIO.
A ben poco servono la rigida suddivisione delle discipline in unità didattiche o di apprendimento, a seconda delle riforme, nonché i ritmi di apprendimento scanditi da orari cronologici fissi. Ma… per chi suona la campanella?

9. SBAGLIANDO SI IMPARA. PER PROVA, PER ERRORE E PER GIOCO.
È così che la scuola, lungi dall’essere l’anticamera di una azienda, potrà diventare il luogo della lentezza, del “non assillo”, funzionale all’apprendimento creativo e al gioco. A scuola si va anche per divertirsi nel senso etimologico della parola, ossia “scantonare e fare cose sempre diverse”.

10. SI CAPISCE BENE COS’È UNA SCUOLA QUANDO LA VIVIAMO COME SE FOSSE IL LUOGO DOVE SI ENTRA COMPETITIVI, AGGRESSIVI, RAZZISTI E, DOPO AVER LAVORATO E STUDIATO INSIEME PER BISOGNI COMUNI, SI ESCE RISPETTOSI DEGLI ALTRI, AMICI, TOLLERANTI.
La scuola è un concentrato di esperienze, una “grande avventura” che può essere vissuta come se fosse: un viaggio, un libro da scrivere insieme, uno spettacolo teatrale, un orto da coltivare, un sogno da colorare….

11. ..... Scrivi il tuo pensiero

Edoardo Martinelli (allievo della Scuola di Barbiana), Gianfranco Zavalloni (dirigente scolastico - Sogliano al Rubicone), Eugenio Scardaccione (dirigente scolastico - Bari), Mario Lodi (maestro -  Drizzona), Maria Miceli (dirigente scolastico - Lamezia Terme), Daniela Mammini (dirigente scolastico - Prato), Maria Rosaria Mazzella (dirigente scolastico - Ischia), Giovanna Mugione (dirigente scolastico - Afragola), Renato Ciabatti (Comune di Prato), Antonio Avitabile (Comune di Prato), Vincenzo Altomare (insegnante - Cosenza), Mimma Visone (insegnante - Napoli), Adele Corradi (Scuola di Barbiana), Romolo Perrotta (Università Cosenza), Fiamma Bellandi (Comune Prato), Franco De Santo (insegnante - Cosenza), Lella Giornelli (Rivista Paesaggi Educativi - Cesenatico), Antonella Pedicino, insegnante, Stefania Vannucchi (Centro territoriale Handicap – Prato), mons. Giovanni Catti (Università della Pace - Bologna) Gina Carotti, del popolo di Barbiana, Aldo Bozzolini (allievo della Scuola di Barbiana), Nanni Banchi (Centro Documentazione sulla Scuola di Barbiana - Vicchio), Nevio Santini (allievo della Scuola di Barbiana), Paola Zilianti (Comune di Prato), Gianni Cerasoli (maestro elementare - Forlì), Massimo Nutini (Comune di Prato), Brunetto Salvarani (Direttore Rivista CEM Mondialità), Rita Turrini - Direzione didattica - Terzo Circolo-Sassuolo (MO), Celestina Martinelli dirigente Andria, Alessandro Cigni - PORTO TORRES, Arturo Ghinelli, maestro al 3° di Modena, Angela  Dogliotti Marasso, Centro Sereno Regis, Torino, Pino Corrado, Marco.Bellavitis@casabetania.org, Marcello Lamacchia Bari, docente,  Comune di Lamezia Terme, Raffaella Martinelli, Fratel Claudio, missionari Comboniani - Padova, Giancarlo e Cristina, Lunastella, Elisabetta Zampini - Padova, Giancarlo Zelioli - Circolo Didattico Voghera, Bruno Schettini, Michele Piccini, Graziano Pini, sociologo, Forli, Antonella Tazzari, insegnante scuola dell'infanzia, Istituto Comprensivo di Predappio, Zaggia Stefano, Ileana, Ileana Tozzi, Dirigente Scolastico, I Circolo Didattico di Rieti, Marta Falcioni, Scienze della Formazione Primaria, Università di Urbino, Cecilia Muscatella, Amedeo Olivieri, insegnante elementare di Cattolica (Rn), Orietta Ciammetti, pedagogista, vice-presidente regionale FIPED Lazio, Patrizia Pittoni, Carlo Salvadori, Sovigliana-Vinci (Fi) dottore in materie pedagogiche Fiped, Bruno Schettini, Loris Marchesini, Anzola dell'Emilia (BO), Enza Bar, docente di matematica, Scuola Don Milani, Venaria Reale (TO), Biagia Cobianchi, docente, Argenta di Ferrara, Lorena Montesi, docente di Urbino, Silvia Sera, docente Scuola media Gambettola, Linda Corradi, redazione di www.tecnologieducative.it, Marta Falcioni, Supervisore Università di Urbino, Chiara Michelini, dirigente scolastico, Università di Urbino, Daniele Novara, Centro Psico Pedagogico per la Pace, Piacenza, Raffaello Saffioti, docente di filosofia - Palmi, Gianpaolo Petrucci, docente Bari anche a nome del GEP/Gruppo Educhiamoci alla pace, Rosaria Ammaturo, docente Bari, Anna Tomasicchio, docente Bari, Yukiko Yamakawa, Sendai, Miyagi, Giappone, Daniele Novara, Direttore Centro Psicopedagogico per la Pace, Piacenza. Pasquale Iannamorelli, responsabile rivista QUALEVITA, Sulmona, Bruno Iannamorelli, docente, Sulmona, Anna Sarno, docente-Sulmona, Collegio Docenti dell'Istituto Comprensivo Gandhi di Prato, Ba di Genova, Romilda Saetta, insegnante di religione, Pistoia, Enzo Genovese, insegnante, Eboli, Tosco Luis, insegnante di scuola elementare di lungo corso, circa trent'anni, Doris Bellomusto, insegnante, Calabria, Anna Rugnone, Carla Bergonzini, Lia Guglielmi, Clara Cochi, Arianna Capoluongo, Lucia Chirici, insegnanti all'Istituto comprensivo Don Milani di Prato, Claudia Mezzacapo, insegnante, Napoli, Francesca Prestia, insegnante e artista, Catanzaro, Caterina Anania, Prato, Lorenza Polinetti, insegnante di religione, Romano di Lombardia, BG, Niccolò Rabbiosi, studente, Firenze, Raffaella Martinelli, formatrice e giornalista, Firenze, Rosa La Salvia insegnante, Veronica Genovese, studentessa di scienze della formazione - Università Trieste, Ylenia Cavalera, Scuola Media G. Modugno, Bitetto, Mirella Napodano, Dirigente scolastico di Avellino, Giancarlo Pessina, gruppo storico della lettera a una professoressa, Roberto Sabatucci, Carla e Antonella Fatai, Liceo delle Scienze Sociali San Giovanni Valdarno, Maria Pia Zocchi, insegnante studenti internazionali, Filippo Trippanera di Ezechiele37, Maria Valentina Casa, antropologa, Paolo Caggiano, "Scuola Architettura e sostenibilità", Luana Collacchioni, insegnante, Solange Di Carlo, antropologa di Napoli.

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