15 Novembre 1949

Franco perdonaci tutti:

comunisti, industriali e preti.



Il mio Franco è di nuovo disoccupato. M'ha chiesto di accompagnarlo su e giù per le scale degli industriali per cercargli un altro lavoro.
(Le raccomandazioni sono una cosa giusta o ingiusta? che ne so io? ma che dovevo dirgli di no al mio Franco disoccupato?).
Un fratello portiere mi ha aiutato a chiappare l'inarrivabile fratello Industriale nel suo ufficio.
(Come s'aprono facilmente ai preti oggi le porte degli uffici. Che è bello questo? che lo so io? ma che dovevo dir di no quando il mio Franco è disoccupato?).
Il fratello Industriale é stato gentile con me. Ha detto alla sorella dattilografa di far la schedina al mio figliolo Franco.
Io dovevo essere grato al fratello Industriale. Ma poi è successa una cosa triste: mentre m'alzavo per andar via avevo aggiunto: "le farò fare una lettera anche dall'officina dove Franco ha lavorato fin ora per dirle quel che sa fare".
Il fratello Industriale mi ha steso la mano con un sorriso d'intesa:
"Non importa, reverendo, se me lo raccomanda lei non sarà certo un comunista". Perché non ho ritirato la mano Signore? Come ho fatto a non capire subito che quella mano e quell'occhiata e quella parola erano uno sputo sul mio sacerdozio che è il Tuo Sacerdozio, Signore?
Fratello Industriale, quando mi è venuta la risposta ero già di nuovo nel tuo ascensore che mi riportava al piano terreno. Non ho avuto il coraggio di tornare indietro a leticare.
Ho avuto paura per il lavoro del mio Franco. Ma ora mi pare di averti ingannato, bisogna che ti risponda
Sì, che il mio Franco è un comunista. " E un comunista non deve mangiare? " ha chiesto Franco nel tuo ascensore lucente, con un lampo di ribellione negli occhi.
E ha ragione.
Che credevi tu?
Quando, quattro mesi fa, col decreto della sua* Mamma Chiesa, gli ho detto: " Sbagli, Franco, a esser comunista " (e tu fratello Industriale quella mia parola dolorante di padre l'hai sbandierata festante sui tuoi giornali) che credevi tu?
Che io gliela dicessi per te? Per salvare il tuo capitale e il tuo mondo sbagliato che deve cadere?
Io non son dalla tua.
Posso pregare per te perché Dio ti perdoni d'essere ricco. Ma non posso difendere il tuo mondo per il quale il mio Signore non ha voluto pregare.
Tu, Franco, lo sai, vero? che io non sono per loro.
Sii coraggioso.
I comunisti ti hanno ingannato gli industriali ti hanno calpestato noi preti non abbiamo saputo fare.
Franco mi vergogno del pane che mangio. E' un mondo ingiusto, lo so.
Quando tu sarai più grande e io più buono lo cambieremo insieme.
Per ora perdonami, non ho da darti altro che una parola vecchia.
Agli altri non lo posso dire, se no ripensano all'oppio. La dico solo a te in un orecchio perché tu puoi capirla: Perdonaci tutti: comunisti, industriali e preti. Dimenticaci, disprezzaci, fai quel che vuoi, ma il tuo Signore non lo lasciare, Franco.
Abbi il coraggio di prendere la Sua croce, portala con fiducia.
Non ci hai che Lui che t'abbia amato.

UN PRETE FIORENTINO

* Nell'articolo pubblicato su 'Adesso' troviamo "mia" mamma. La correzione è di pugno dello stesso Milani, fatta sulla copia inviata dalla Madonnina del Grappa al Proposto di S.Donato.

 

” Natale 19449"

PER NIENTE NON E’ VENUTO


 
“Sei Tu colui che deve venire, o ne dobbiamo aspettare un altro?”(Mt. 11, 3)


 
“…..Cristo non ha cambiato in pane le pietre, non è disceso dalla Croce; non  perché non potesse fare l’uno e l’altro miracolo, ma perché rimanendo AFFAMATO e CROCIFISSO nei secoli, fa vergogna agli AFFAMATORI e ai CROCIFISSORI di tutti i secoli…….La povertà è rimasta. Molte ingiustizie sono rimaste incancellate. Ma sono ingiustizie: cioè sono dichiarate e gridano e ci accusano in nome di Lui, l’AFFAMATO, l’ASSETATO, il SENZA CASA, il PRIGIONIERO…….
Se Cristo fosse disceso dalla Croce, se avesse cambiato le pietre in pane, se a Betlem non fosse il più Povero, a poco a poco si sarebbe spento nel cuore degli uomini ogni rivolta verso il male e ogni anelito verso il bene, e gli stessi cristiani avrebbero finito per accettare il destino di chi sta male e di chi sta bene sullo stesso piano, e sarebbero passati senza rimorso, in massa, dalla parte di chi sta bene.
 Il giusto sarebbe stato sostituito dall’oppressore.
Così, invece, nonostante le nostre infedeltà, siamo in agonia fino alla fine dei secoli.

 


                                                             don Primo Mazzolari